Il marscianese è un territorio che ha origini antiche, già in epoca etrusca fu crocevia di transito. Numerosi reperti di quel periodo, rinvenuti nel suo territorio stanno a testimoniare gli insediamenti di queste antiche genti. A San Valentino nel 1904 sono stati rinvenuti i famosi Tripodi Loeb del 500 a.C. (statuette in bronzo raffiguranti dei leoni e la scena di un cavaliere alato, oggi conservati al museo di Monaco in Germania). Altri ritrovamenti importanti furono rinvenuti a Cerqueto, San Biagio della Valle, e altre località nei pressi di Marsciano.

Il centro storico è il cuore della città con le sue viuzze e le antiche case le cui pietre testimoniano il suo lungo cammino nel tempo. In centro si possono ammirare ancora tratti delle mura castellane, alcune delle quali sono incorporate nelle abitazioni, e in Torri antiche. Oggi il territorio di Marsciano è considerato il territorio del Laterizio con un importante Museo itinerante. Ogni anno si svolge a Marsciano nella seconda metà di Giugno il folkloristico palio delle botti. Tre gioielli incastonati su colline caratterizzano il nostro territorio. Si tratta di tre castelli medievali che appaiono perfettamente allineati e che si affacciano su una strada che in tempi remoti fu un asse viario di primaria importanza: l’antica via Orvietana. Andiamo ora a scoprire il primo gioiello medievale e cioè il castello di Migliano. La strada sale dolcemente verso il vecchio castello che segna, e segnava anticamente, la fine del territorio perugino; proprio qui il torrente Fersenone ha scavato una profonda gola da cui si innalzano pareti e crinali ripidi e boscosi. I reperti di frecce e punte acuminate ritrovate nel fondo del fiume e conservati presso il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria, testimoniano la presenza di insediamenti umani nella zona fin dalla preistoria.

Migliano è costituita da due piccole alture: su una sorge l’antico castello mentre sull’altra domina la chiesa e la scuola. Il castello di Migliano fu nominato per la prima volta nel 1131 come possedimento del territorio di Marsciano; successivamente passò sotto la giurisdizione dei Bulgarelli, Conti di Marsciano, che lo tennero fino al 1522 quando ne vendettero un terzo ai Chigi che poi ne divennero totalmente proprietari. Nel 1663 la nobile famiglia perugina dei Monaldi acquistò il castello e i Monaldi assunsero il titolo di Marchesi di Migliano. Ora la proprietà del castello è privata ed è suddivisa fra vari proprietari. Della struttura originaria è rimasto a tutt’oggi il corpo centrale, due archi esterni e una torre cilindrica. La Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta, posta in cima all’altra sommità in maniera speculare rispetto al castello, fu anch’essa costruita nel XII sec. ed è infatti citata nel 1191 nel Codice di Cencio Mamerlengo con l’appellativo di “Massa di Miliano”, una tra le chiese del territorio perugino soggetta alla chiesa romana; dal 1266 la giurisdizione sopra questa chiesa fu esercitata dal monastero di San Pietro di Perugia. Riedificata ex novo tra il 1779 e il 1782, la chiesa si presenta come una struttura semplice in mattoni, con una facciata composta da un bel portone ligneo e una bifora; a fianco della chiesa si trova il campanile. All’interno troviamo delle opere pittoriche di una certa importanza. Nei due altari laterali trovano posto due tele di autore ignoto e di epoca non facilmente decifrabile raffiguranti una Sant’Anna e una San Sebastiano. Sull’altare maggiore invece una pala di scuola perugina ci raffigura la Madonna che regge in braccio Gesù Bambino con San Pietro, Sant’Antonio, San Benedetto e San Cardinale; il quadro, dipinto tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo e restaurato nel 1958 da Arnaldo Mazzerioli di Perugia, fu realizzato su due porte di vecchio legno (nel retro della porta destra c’è l’incavo della serratura) e reca tuttora un’iscrizione nella quale si legge che il discepolo del Perugino autore del dipinto era originario di Casalina. Riscendendo per la strada comunale, ci si accorge di quanto le caratteristiche del paese, un castello denso di storia e un ambiente incontaminato dove vivono e si riproducono numerose specie animali, un esempio quindi di connubio perfetto tra storia e geografia, fossero già note a molte persone che negli ultimi anni hanno creato qui una sorta di villaggio turistico che comprende numerose ville abitate d’estate. Una volta ripresa la comunale scendiamo fino al bivio quindi svoltiamo a sinistra: la via che ci si appresta a percorrere è l’antica via Orvietana. La tranquillità e il silenzio che ci accompagnano mentre si percorre questa strada può farci dimenticare l’importanza che essa rivestì in passato come principale via di collegamento tra Perugia e Orvieto, lungo la quale l’uomo svolgeva frequenti traffici.

Il secondo castello è quello di Montelagello. Montelagello, posto sulla sommità di una collina di 416 metri, ci invia sue notizie fin dal 1027, quando viene nominato con il nome di “de agilione” in un diploma imperiale di Corrado II; il suo nome è altresì legato al fatto di essere, nella tradizione popolare, considerato come il paese natale di Pietro Vincioli, il fondatore e riformatore del Monastero di San Pietro di Perugia. Il piccolo borgo, indicato ancora nel 1380 come villa e fortificato sicuramente nell’ultimo decennio del secolo XIV, ospita al suo interno una chiesa anch’essa interamente restaurata: si tratta della chiesa parrocchiale di San Pietro poi San Biagio, un edificio in pietra in stile romanico costruito nel 1266. Proprio sotto il castello incontriamo la Chiesa di Santa Maria della Neve, costruita nel 1452 e restaurata successivamente nel 1492, come testimonia un mattone posto sulla facciata, e nel 1885. La chiesa di Santa Maria della Neve custodiva al suo interno un pregevole affresco della fine del XV secolo attribuibile al Pinturicchio, La Madonna in trono col Bambino e Angeli, San Silvestro e San Rocco; mirabile esempio della scuola pittorica perugina, l’affresco dopo alcune vicende di carattere giudiziario, potrà essere di nuovo ammirato all’interno della sede regionale del Museo dinamico del Laterizio e delle Terrecotte, in Palazzo Pietromarchi a Marsciano. Il Castello di Monte Vibiano Vecchio, è un complesso di edifici, tra cui Palazzo Fasola Bologna, della metà del XIII secolo ai quali si accede da una sola porta d’ingresso con arco in pietra a tutto sesto, fatto costruire dai Vibi che lo vollero come caposaldo militare. Dopo essere passato ai Rossi-Leoni di Perugia, che lo tennero fino al 1794, e ai conti Cesarei di Perugia, che ne furono i padroni fino al 1892, da allora ne divennero proprietari i Sereni. L’attuale aspetto del Castello porta la firma dell’architetto Ugo Tarchi e la supervisione di Antonio Sereni, allora proprietario, che tra il 1915 e il 1940 attesero alla realizzazione dell’opera di restauro; sia il giardino, organizzato a labirinto con siepi da basso, che la piscina, creata nel 1935, sono delle ulteriori perle che il buon gusto di questi signori permise di aggiungere a questo luogo incantato. Un luogo la cui esistenza rende veramente più interessante e più bello il mondo che ci circonda.